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Perché gli abiti usati inquinano le spiagge del Ghana

Più di un terzo dei abiti usati che arrivano a Kantamanto, uno dei più grandi mercati dell’usato in Ghana, viene gettato nella spazzatura e finisce nelle discariche.

Molti indumenti di seconda mano finiscono sulle spiagge e negli oceani inquinando e devastando il paesaggio.

In questo video, Business Insider racconta “Come 7,5 milioni di libbre di vestiti donati finiscono in un mercato in Ghana ogni settimana”.

Che fine fanno gli abiti donati e come arrivano in Ghana?

Spesso le persone donano i propri abiti usati ad aziende senza scopo di lucro. In genere queste aziende rivendono i vestiti ad un prezzo economico per finanziare le loro attività benefiche. Tuttavia non è sempre possibile vendere tutto, gli abiti invenduti vengono affidati a grandi aziende esportatrici come la Bank & Vogue ad esempio.

abiti usati donazioni

La Bank & Vogue è un’azienda leader nel settore dei beni usati all’ingrosso, vende abiti dagli Stati Uniti, Canada e Europa. Si occupa dell’imballaggio e del trasporto della merce di seconda mano. Ogni giorno invia containers pieni zeppi di vestiti a 27 Nazioni del mondo.

Molti indumenti raggiungono i centri di smistamento in Paesi come Pakistan o India, all’interno dei centri gli operai addetti alla selezione suddividono milioni di abiti usati in centinaia di categorie.

Nonostante alcuni indumenti siano in pessime condizioni vengono comunque spediti e rivenduti nel continente africano dove verranno nuovamente messi in vendita dai commercianti locali.

Circa 100 container pieni di milioni di indumenti arrivano ad Accra ogni settimana, arrivano già imballati in involucri che possono pesare più di 55 chili.

Gli head porters, persone addette al trasporto, fanno anche 15 mila chilometri nelle giornate di lavoro intenso, trasportano la merce sulla testa dai container fino alle bancarelle del mercato Kantamanto.

I rivenditori comprano la merce imballata senza neanche sapere esattamente cosa troveranno all’interno, gli imballi vengono venduti a prezzi che vanno dalle 100 a 300 sterline.

Le testimonianze dei commercianti

La commerciante Janet Kyerawaa ha iniziato a vendere abiti usati circa 12 anni fa e ha risparmiato abbastanza denaro da affittare un suo negozio al mercato Kantamanto.

Solitamente Kyerawaa cerca di vendere tutta la merce prima di acquistarne altra, il suo lavoro è una corsa contro il tempo per rinnovare l’inventario e rientrare dalle spese. Vende la merce buona anche per circa 10 cedi ghanesi ($ 1.60). Mentre gli indumenti che sono stati realizzati con stoffa economica o che hanno degli strappi a 0.16 dollari.

abiti usati mercato

La commerciante afferma che il prezzo della merce aumenta ogni mese anche se la qualità dei vestiti è diminuita. Inoltre confessa che in alcune settimane non riesce a vendere tutta la merce che ha acquistato e spesso è in debito.

Altre volte i soldi che guadagna coprono a malapena le spese della settimana.

Janet ha stretto partnership con i sarti del mercato per ricucire i capi per alcuni clienti. I sarti dichiarano che alcuni vestiti sono talmente in pessime condizioni che neanche loro possono fare molto. Inoltre confidano che in passato il mercato era molto profittevole ma ora è peggiorato parecchio.

Atri commercianti del mercato Kantamanto, lavano e cambiano il colore delle scarpe oppure tingono e stirano i jeans per farli sembrare come nuovi. In un’altra area del mercato, gli abiti bagnati vengono stirati a mano e ammorbiditi con il calore.

Perché gli abiti usati finiscono nella spazzatura?

Con l’ascesa del cosiddetto “fast fashion” a buon mercato, milioni di abiti usati raggiungono il mercato Kantamanto ogni giorno e i capi invenduti o malmessi finiscono tutti quanti a Old Fadama, una piccola comunità limitrofe con un enorme discarica.

abiti usati discarica

A Old Fadama si accumulano pile e pile di spazzatura alte più di 10 metri, più alte di alcuni edifici nella zona. Inoltre la sporcizia e gli abiti inzuppati dalla pioggia non fanno altro che attirare zanzare portatrici di malattie come la malaria e il colera.

Come se ciò non bastasse, la maggior parte dell’abbigliamento che non finisce in discarica finisce nelle spiagge e negli oceani inquinando le comunità vicine.

Or Foundation Ghana

Attualmente diverse associazioni e attivisti stanno monitorando lo spreco degli indumenti e quanto di questo stia inquinando i nostri mari.

Il team di Liz Ricketts, la cofondatrice della Or Foundation Ghana, sta misurando quello che loro in gergo chiamano tentacoli, un lungo groviglio di stoffa e sabbia. Solo nei primi due mesi di lavoro hanno trovato oltre 350 pile di vestiti lungo la costa del Ghana.

Quali sono i brand più comuni che sono stati trovati?

  • Marks & Spencer
  • Next
  • H&M
  • Nike
  • Gildan.

Recentemente la fondazione ha organizzato un laboratorio per riuscire a comprendere come riciclare i abiti usati, i rivenditori stanno imparando come fare a brandelli i vestiti invenduti per poter ricavare materiale per materassi e per l’arredamento.

Tuttavia fare a pezzi gl’indumenti è l’ultima alternativa perché non ne si può ricavare un grande profitto. Gli addetti al trasporto possono anche imparare a cucire e acquisire skills che possono aiutarli a cambiare lavoro.

Per Liz Ricketts, la questione non riguarda solo il Ghana ma l’intera industria della moda responsabile di aver creato questa situazione, l’obiettivo della fondazione non è di certo quello di cancellare l’intero sistema ma di renderlo migliore.

La Fondazione Or ha creato un Fondo di solidarietà per fornire supporto ai membri dell’economia dell’abbigliamento di seconda mano nel mercato di Kantamanto. Per donare, sostenere o maggiori informazioni visitare il sito dell’organizzazione.

Soluzioni

Parte del problema dell’industria della moda è la sovrapproduzione e il sovraconsumo della cosiddetta fast fashion nel nord del mondo.

Un modo per fermare questo spreco potrebbe essere la legge, esiste una normativa europea emessa nel contesto del Piano di azione per l’Economia Circolare che prevede l’obbligatorietà della raccolta differenziata dei rifiuti tessili entro il 2025.

L’Italia ha anticipato l’obbligo della raccolta differenziata dei rifiuti tessili urbani al 1° gennaio 2022.

È pressoché impossibile eliminare lo spreco degli indumenti, però si potrebbero imparare delle lezioni importanti dal mercato di Kantamanto:

  • comprare più abiti di seconda mano
  • rivolgersi a dei sarti prima di gettare gli indumenti strappati
  • tingere i jeans sbiaditi
  • cambiare il colore delle scarpe per farle sembrare come nuove

Infine per tutti i consumatori esiste una soluzione ancora più semplice: comprare di meno.

Conclusioni

Grazie per aver letto l’articolo, condividilo se pensi ti sia stato utile, speriamo che alcune di queste informazioni ti possano ispirare e motivare al cambiamento o a perseguire i tuoi obiettivi.

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