Il Bogolan o bògòlanfini è un tessuto di cotone fatto a mano in Mali, tradizionalmente tinto con fango fermentato. In Bambara significa “fatto di fango”.
In questo articolo scoprirai la storia del tessuto bogolan, come viene fatto, i simboli e dove acquistare questi splendidi tessuti.
Iniziamo.
Indice
Che cos’è il Bogolan
“Il tessuto bogolan è letteralmente composto dalla terra, dalle foreste, dai fiumi e dal sole del Mali”. – Kandiora Coulibaly, Groupe Bogolan Kasobané
Il Bogolan è un tessuto di cotone tinto con il fango, proprio come dice Kandiora Coulibaly (fondatore del Gruppo Bogolan Kasobané), è una stoffa che si ottiene tramite l’utilizzo di elementi naturali come la terra, le foglie e l’acqua.
La tecnica è interamente ecosostenibile e biocompatibile. Il tessuto bogolan tradizionale è il frutto del lavoro manuale di migliaia di artigiani che con passione portano avanti una tradizione secolare.
Il tessuto Bogolan è originario del Mali, rappresenta il patrimonio culturale del Mali e la storia del popolo Bambara (detti anche Bamana) del gruppo etnico Mandé.
In Bambara, la lingua, raramente ci si riferisce al tessuto con il termine bogolan sarebbe più corretto utilizzare la parola bògòlanfini:
- bògò, significa “fango” o “terra”,
- lan, significa “con” o “di”,
- fini, significa “panno”.
Panno di fango!
Tecnicamente come spiega Boubacar Doumbia (fondatore di Le Ndomo) Bogolan sta ad indicare il processo di tintura con il fango, mentre bogolanfini è il nome del tessuto finito.
Sebbene il bogolan sia spesso associato al popolo Bambara, anche altri gruppi etnici del Mali come i Dogon, i Bobo, i Senoufo, i Minianka e i Malinké praticano la tintura con il fango.
Il Bogolan è un simbolo di orgoglio nazionale, i suoi modelli rappresentano la storia del popolo bambara, e non solo, da generazioni.
In Mali ancora oggi le abilità e le tecniche che gli artisti hanno usato per secoli sono tramandate di generazione in generazione e gli artigiani sono considerati sacri o magici, poiché, come dicono i maliani, completano il lavoro “iniziato da Dio”.
La storia del Bogolan
Da quando Dio ha creato il mondo… il Bogolan era lì.
In origine i tessuti bogolan erano indossati dai cacciatori e guaritori noti collettivamente come donsow, un gruppo molto rispettato e potente che utilizzava i tessuti di fango per mimetizzarsi e proteggersi. Inoltre i bogolan erano un emblema immediatamente riconoscibile della loro occupazione.

Donsow, Festival sur le Niger, Segou, Mali
I donsow credevano che per affrontare il pericoloso mondo animale, vegetale e spirituale che si celava nella boscaglia, avessero bisogno di tutto il potere protettivo possibile.
Il potere protettivo lo ricavavano dai loro abiti tinti con il fango detti anche donsofani (letteralmente “abito da cacciatore”) e dagli amuleti con i quali decoravano le loro tuniche bogolan.
I tessuti di fango avevano il potere di proteggere ed assorbire anche le forze pericolose rilasciate dopo l’iniziazione all’età adulta delle ragazze e delle donne immediatamente dopo il parto.
I bògòlanfini così come li conosciamo, erano i tessuti della gente comune, sono riconoscibili dai colori terrosi, motivi astratti dipinti a mano e culturalmente significativi. Di solito avvolgono e proteggono le persone comuni, dette anche mogo gwansang.
Oggi, i bògòlanfini sono sempre più popolari grazie al mercato turistico, al lavoro dei migliori artigiani e degli artisti che lo hanno reso famoso.
Groupe Bogolan Kasobané
“La prigione è finita, siamo liberi”
Il Gruppo Bogolan Kasobané è uno di quei collettivi di artisti del Mali che ha contribuito a rendere popolare il tessuto bogolan.
A metà degli anni ’70, nasce il Gruppo Bogolan Kasobané, un gruppo di studenti con la missione di promuovere la tecnica di tintura del bògòlanfini, realizzata secondo la tradizionale tessitura artigianale a strisce.
I membri del gruppo Kasobané si sono incontrati presso l’Istituto Nazionale delle Arti di Bamako, Mali. A formare il gruppo erano gli studenti Kandioura Coulibaly, Klètigui Dembélé, Boubacar Doumbia, Souleymane Goro, Baba Fallo Keita e Néné Thiam.
Il gruppo ha viaggiato in tutto il Mali, ricercando le tradizioni e le pratiche bogolan, compreso l’alfabeto simbolico, la storia, gli usi ei colori codificati nei tessuti. Ciò ha permesso loro di comprendere e di preservare le tecniche tradizionali che rischiavano di andare perdute.
Nella lingua bambara, Kasobané significa “la prigione è finita, siamo liberi“, è per questo che il gruppo utilizza solo materiali che si trovano in natura in Mali.
Inoltre il gruppo Kasobané è riuscito nella sua missione, promuovere il bògòlanfini, nel continente africano, in Europa e negli Stati Uniti.
Oggi i membri del gruppo sono considerati innovatori e pionieri nel movimento delle belle arti del Bogolan. Insieme al collettivo Atelier Jamana, il Groupe Bogolan Kasobané è il produttore di abbigliamento d’arte bogolan di maggior successo.
Chris Seydou
“Attraverso le sue creazioni, il Mali divenne meglio conosciuto in tutto il mondo per i suoi tesori culturali, fino in America dove oggi gli afroamericani trasformano il bogolan in un simbolo d’identità culturale.”
il Gruppo Kasobané segnò sicuramente una svolta nella storia del tessuto Bogolan tuttavia ad accendere i riflettori e a portare il tessuto di fango sulle passerelle di tutto il mondo fu il designer Chris Seydou.
Il suo talento e la sua creatività hanno contribuito a trasformare il Bogolan in un capo d’abbigliamento chic, sia per i maliani che per i non maliani.
Chris Seydou fu tra i primi a realizzare abiti alla moda con i tessuti di fango, dalle minigonne alle giacche aderenti e vestiti in stile tradizionale.
D’allora il tessuto bogolan divenne anche espressione della cultura nera. Per alcuni anche dichiarazione di una precisa posizione politica. Negli Stati Uniti questo fenomeno fu particolarmente popolare tra i giovani afroamericani.
Il BOGOLAN DEL XXI SECOLO
Oggi, dopo gli anni di fuoco del Gruppo Bogolan Kasobané, l’Atelier Jamana, Nakunte Diarra e Chris Seydou, per gli artigiani e il bogolan si prospetta una nuova era e purtroppo ancora molte sfide da affrontare.
Per Habibou Coulibaly, un artista tessile membro della Cooperativa dei Tintori di Kadiogo in Burkina Faso, la faccenda sembra essere molto seria:
“Come artisti, siamo di fronte alla sfida di trovare successori per perseguire il nostro mestiere, poiché i giovani che studiano non vogliono più fare arte tradizionale. È difficile ottenere la materia ora che è diventata rara e costosa. Le risorse finanziarie sono sempre più inaccessibile agli artisti, rendendo difficile la produzione e la commercializzazione dei nostri prodotti.”

Habibou Coulibaly. Immagine gentilmente concessa da Cultural Survival
L’artista Coulibaly ha imparato il processo di tintura con il fango da sua nonna. Attualmente il suo lavoro si concentra sulla condivisione delle sue conoscenze, sul supporto ai giovani della sua comunità attraverso la formazione, la produzione e la vendita di prodotti artigianali.
Habibou ci tiene a sottolineare che l’acquisto dei tessuti artigianali come i bògòlanfini possono davvero aiutare a cambiare la vita nella sua comunità. La vendita di prodotti crea reddito ed occupazione, fornisce loro una vita più dignitosa.
Come dice Habibou Coulibaly: “Il Bogolan non è un semplice prodotto, ma l’opera d’arte, l’energia e la vita di un artigiano.”
La storia di Madame Mariko
NESSUNO SA DOVE VA, MA SOLO DA DOVE VIENE
(proverbio africano)
Se le sfide per gli artigiani e il bogolan sono ancora tante, sono molte anche quelle che finora hanno affrontato Laura e Ousmane, in arte Madame Mariko.
La loro è una storia d’amore, resilienza, teatro e Bogolan, è un avventura quella di Laura e Ousmane che spero avrai il piacere di leggere. Lascio la parola a Madame Mariko.
…Galeotto fu il teatro e le sfide che ne conseguirono
Siamo Laura e Ousmane, in arte Madame Mariko
Il nostro incontro risale all’inizio del 2017, quando il teatro entra nelle nostre vite.
Scopriamo uno strumento espressivo fatto di corpi vibranti, incontri ravvicinati, abbracci avvolgenti, racconti sussurrati, musica ed emozioni.
Il teatro è catartico ed ha il potere di farci connettere e tra di noi e con il nostro io più interiore e recondito.
Ci ascoltiamo a vicenda e non tardiamo a diventare una coppia affiatata sia in scena che nella vita di tutti i giorni.
Allo stesso tempo, ci accorgiamo sin da subito che le sfide che dobbiamo raccogliere sul nostro cammino sono tante ed alcune ci mettono a dura prova.
Ma grazie al nostro onnipresente e disarmante sorriso e al proverbiale fatalismo africano di cui Ousmane è degno portavoce, non ci facciamo scoraggiare.
A tal punto che i primi traguardi a livello professionale, dopo un primo periodo di arrancamento, non faticano ad arrivare.
Anche sul piano personale, se sin dal primo istante formiamo una coppia vincente, ad oggi costituiamo una vera e propria squadra (a cui a marzo 2021 si aggiungerà una nuova attesissima componente!).

Worokiatou, la mamma di Ousmane, si appresta a decorare un tessuto bogolan (Segou, Mali, Novembre 2020)
La scoperta del Mali e del Bogolan
Ripercorrendo tutta la nostra storia, mi sovviene la nostra consolidata abitudine, attuale tuttora, di ritrovarci la sera sul divano a parlare, suonare la chitarra, provare nuove ricette o copioni teatrali.
L’arte è un comune denominatore che si rivela intrinsecamente aggregante e capace di calpestare qualsiasi barriera tra di noi.
Giusto il tempo di aprirsi e fidarsi di me, che Ousmane si confida raccontandomi del suo paese d’origine, il Mali.
Uno stato africano incastonato tra altre sette realtà e dagli infiniti ed affascinanti risvolti culturali, profumi che mi inebriano e usi e costumi che mi rapiscono immediatamente.
I ricordi di Ousmane mi fanno volare direttamente a Segou, sua città natale (sede del prestigioso Festival du Niger) ed attraverso le sue testimonianze inizio un viaggio tra i meandri delle sue umili origini, della sua infanzia e della sua numerosa famiglia.
Tocco, anche solo con la mente, le sue radici.
Durante i nostri ricchi scambi serali, vengo a conoscenza di una antichissima e nobile arte sartoriale, la produzione di bogolan (fiera bandiera maliana).
Ne rimango incantata, voglio approfondire.
Quasi per scherzo, a fine 2017, decidiamo di importare un lotto di tessuti e li lavoriamo in Italia.
Provengono da un mercato di donne artigiane di cui fanno parte anche la mamma e le sorelle di Ousmane.
Purtroppo, a causa dei rispettivi impegni professionali, la nostra attività procede a rilento e non continuativamente.
Il progetto rimane così (quasi) fermo, ma tenuto come piacevole colonna sonora di sottofondo delle nostre vite.

Spettacolo teatrale “Siamo uccelli che volano lontano”, compagnia Itaca Route (Bregnano, Co, Ottobre 2018).
Non solo pandemia e il futuro nelle nostre mani
La rivelazione giunge nel 2020, complice un lockdown esteso e prolungato che ci fa mettere in discussione il nostro modello di conduzione esistenziale ed un intenso e faticoso lavoro di introspezione.
In cuor nostro non vogliamo rinunciare ai nostri sogni!
Ad oggi, miriamo a diventare una nicchia di riferimento e di eccellenza per tutti coloro che vogliono approfondire le loro conoscenze del bogolan e del Mali.
In questo senso, proprio al fine di onorare questa millenaria tradizione che celebra la manualità delle donne artigiane così come la biblica pazienza e precisione degli artisti maliani, il nostro desiderio è quello di proporci come partner europei alla realtà a cui ci appoggiamo.
Per poi creare, successivamente, una associazione che abbia lo scopo di promuovere, localmente e a livello europeo, l’eredità del popolo Bambara, la conoscenza diffusa delle tecniche di lavorazione dei tessuti e non solo.
I nostri programmi per il 2021, se possibile, sono ancora più di ampio respiro.
A fianco alla continua ricerca di materiale di studio e alla creazione di contenuti (ed offerta di prodotti in parallelo), desideriamo condensare e unificare all’interno del nostro progetto iniziale più anime a noi care: il bogolan, il teatro e le lingue.
Le ambizioni non mancano e noi ci facciamo ispirare dal nostro proverbio africano – guida “nessuno sa dove va, ma solo da dove viene”.

Collezione cuscini bogolan 2019/2020 (Instagram @madamemariko)
Bogolan: dove acquistare
Per l’acquisto di tessuti bogolan in Italia puoi contattare Madame Mariko, Laura e Ousmane, al loro profilo Instagram @madamemariko.
In Mali la produzione del tessuto Bogolan è incentrata nelle regioni di San, Mopti e Dogon, sebbene in passato la regione di Beledougou sia stata ampiamente riconosciuta per la qualità superiore dei suoi tessuti.
Esiste un grande mercato di esportazione soprattutto negli Stati Uniti. Inoltre i tessuti sono prodotti principalmente anche in Burkina Faso, Senegal, Guinea e nella Costa d’Avorio nord occidentale.
A Ségou, Boubacar Doumbia, membro fondatore del gruppo Kasobané e insegnante d’arte, ha fondato “Le Ndomo“, un’impresa sociale con l’obiettivo di affrontare le questioni relative alla disoccupazione giovanile nel suo paese, il Mali.
Dal 2008, Le Ndomo produce bogolan artigianali di cotone organico e decorati con coloranti naturali secondo la classica tecnica di tessitura a strisce. I tessuti sono realizzati per l’arredamento d’interni e la creazione di accessori personali venduti a livello locale e internazionale.
Le Ndomo offre anche seminari e docenti su richiesta per coloro che vogliono saperne di più sull’arte della tintura naturale e sulla produzione tradizionale dei tessuti bogolan.
Infine dal Senegal, all’ingrosso e non solo, African Textiles fornisce un ottimo servizio per l’acquisto di bògòlanfini in numerose varianti e stili più moderni.
Come viene fatto il Bogolan?
“Una leggenda narra che fu una donna a scoprire questa tecnica in modo del tutto casuale, un giorno macchiò il proprio vestito di terra e si accorse che i segni così impressi erano indelebili”
Il Bògòlanfini è realizzato attraverso un processo laborioso e dispendioso in termini di tempo e manodopera che prevede l’utilizzo della terra, delle foglie e della luce solare.
Nakunte Diarra e la creazione del tessuto Bogolan

L’artista Nakunte Diarra. Immagine gentilmente concessa da Indigo Arts
L’artista Nakunte Diarra (classe 1941) di Kolokani, una piccola città del Mali, è stata ampiamente riconosciuta come la migliore artista bogolan per l’eccezionale qualità dei suoi bògòlanfini.
Il processo per la creazione di un tessuto bogolan inizia dalla raccolta del fango dal letto del fiume. Il fango raccolto viene poi messo in un grande vaso d’argilla con dell’acqua e lasciato fermentare per un massimo di un anno.
I grandi artisti come Nakunte Diarra possono avere persino una propria ricetta per la composizione del fango, aggiungono foglie diverse per migliorare la profondità del colore della terra.
I tessuti bogolan tradizionali sono realizzati con cotone coltivato localmente, filati dalle donne e consegnati agli uomini per essere cuciti in lunghe strisce che verranno tagliate delle dimensioni desiderate.
È tempo della tintura, il tessuto pronto e cucito viene immerso in una soluzione di foglie di ngálǎma (betulla africana) e jambakatan kè (Combretum glutinosum) schiacciate e bollite.
Dopo aver fatto asciugare il tessuto al sole. L’artista traccia il suo piano di progettazione e inizia ad applicare con cura il fango creando dei motivi tradizionali.
Quando l’intera superficie sarà completa, occorre lasciare asciugare il fango e in seguito lavare di nuovo il tessuto. È necessario ripetere questo processo fino a quando la saturazione del colore sarà profonda e ricca.
Prima di lavare il tessuto per l’ultima volta il passaggio finale prevede di decorare le restanti zone del tessuto non trattate con il fango, solitamente vengono sbiancate con un sapone a base di crusca di miglio, soda caustica e arachidi tritate.
Quest’ultimo passaggio serve a far risaltare i motivi bianchi sullo sfondo scuro tinto di fango. Un lavoro minuzioso può richiedere settimane a un artigiano per completare la creazione di un bògòlanfini.
Realizzare un Bogolan in 7 semplici mosse
Ecco un riassunto delle 7 fasi cruciali per la realizzazione di un tessuto Bogolan:
- Filatura
- Tessitura
- Tintura
- Asciugatura
- Decorazione
- Lavaggio
- Asciugatura finale
1. Filatura
Secondo la tradizione la filatura era eseguita dalle donne che, sedute a terra, tirano torcono e avvolgono con gesti antichissimi il filo intorno a un fuso.
Se non hai a disposizione del cotone grezzo, puoi utilizzare del cotone già filato.
2. Tessitura
La tessitura, invece, è generalmente riservata agli uomini. Essi utilizzano un particolare telaio orizzontale e con il ritmico movimento dei piedi realizzano strisce di cotone larghe circa 12 o 15 centimetri che serviranno per confezionare le stoffe.
Dubito che tua abbia un telaio orizzontale in casa. Se sai cucire, realizza a macchina delle strisce larghe circa 12 o 15 centimetri e lunghe quanto basta per confezionare la tua stoffa.
Se non sai cucire non è un problema, procurati un tessuto bianco in puro cotone.
3. Tintura
La tintura si ottiene generalmente facendo bollire foglie, fiori o corteccia d’albero per qualche ora. In questa tintura vengono immersi più volte i tessuti al fine di accentuare il colore ottenuto.
Le foglie per la tintura del Bogolan sono di arbusti che generalmente si trovano solo nel continente africano. Utilizza foglie, fiori, frutti, radici, foglie e cortecce ricchi di tannino, dovresti ottenere un tessuto colore giallo-beige.
4. Asciugatura
Dopo che la tintura vegetale avrà conferito un colore beige o addirittura giallastro al tessuto, occorre lasciarlo ad asciugare al sole. Il sole ha una funzione molto importante per ottenere un buon tessuto Bogolan.
5. Decorazione
Una volta che il tessuto è tinto e asciugato, è pronto per essere decorato col fango.
La decorazione spesso costituisce dei simboli della cultura Mandé, il cui significato è accessibile solo a chi abbia seguito un’opportuna iniziazione.
Ora i simboli sono stati semplificati per soddisfare le richieste del mercato di massa. Ciò significa che chiunque potrà apprendere le basi del mestiere in tempi piuttosto brevi. Tradizionalmente l’apprendistato richiederebbe anni.
Puoi apprendere i significati e provare a replicare alcuni dei simboli che trovi nel capitolo successivo. Procurati del fango, anche della terra bagnata andrà bene, e un pennello per fare le decorazioni.
6. Lavaggio
Il lavaggio ha la funzione di eliminare le eccedenze di fango che attraverso un affascinante processo di ossidazione reagisce con i coloranti naturali, producendo un nero intenso quando si asciuga.
Questo processo tradizionalmente è fatto sulle rive del fiume Niger o del suo affluente Bani, non temere, il lavandino di casa tua sarà più che sufficiente.
7. Seconda Asciugatura
Le operazioni di Decorazione, Lavaggio ed Asciugatura possono essere ripetute per ottenere tinte più profonde. Successivi interventi di sbiancatura e tintura danno l’aspetto finale del Bogolan. Le tinture successive possono servire a fissare il colore con altri detergenti o fissanti vegetali.
Ripeti i passaggi di decorazione-lavaggio-asciugatura per ottenere un colore più profondo e saturo. I motivi bianchi puoi ottenerli utilizzando degli agenti schiarenti o tinture tessili.
Per fissare il colore basterà invece immergere le stoffe già tinte in una soluzione composta da aceto bianco e acqua.
Simboli e significati del tessuto Bogolan
I segni e i simboli che adornano i bògòlanfini conservano la conoscenza delle erbe che curano – Sarah Brett-Smith
In passato, la filatura, la tintura e la decorazione erano lavori riservati alle donne, le ragazze imparavano il mestiere dalle madri e dalle nonne.
Inoltre un tempo i simboli disegnati sulla stoffa non solo erano più intricati, ma contenevano anche significati più complessi che si riferivano alla storia e alle usanze del popolo Bambara.
I simboli creati e i materiali naturali usati dalle donne del popolo Bambara servivano a trasferire e a controllare Nyama, l’energia che anima l’universo. È la forza spirituale Nyama a dare protezione a chi indossa i tessuti Bogolan.

“Nyama, un’energia che anima tutti gli esseri viventi, collegando gli esseri umani con ogni aspetto del mondo che li circonda.” – Groupe Bogolan Kasobane, Mali, Africa occidentale, 1989.
Oggigiorno la decorazione dei bogolanfini è realizzata sia da uomini che da donne. Gran parte dei disegni tradizionali sono stati semplificati e realizzati appositamente per il mercato turistico e di esportazione.
Interpretazioni dei simboli Bogolan

Immagine gentilmente concessa da Semantic Scholar
Fiore di zucca
Questo simbolo popolare rappresenta il fiore di zucca.
Gomito d’iguana
Questo è considerato il simbolo del gomito dell’iguana. Potrebbe portare fortuna poiché un’iguana può condurre un cacciatore all’acqua. L’iguana rappresenta anche gli africani in guerra contro le potenze straniere.
Intrepido coraggio
La “cintura dell’uomo coraggioso, il disegno rappresenta la cintura che i guerrieri indossavano prima di andare in battaglia, è considerato un simbolo di coraggio.
Ossa di serpente
Il simbolo rappresenta le ossa di un serpente. È considerato un simbolo di coraggio.
Letto di bambù e miglio
Questo simbolo rappresenta le foglie del letto di bambù e miglio. Il disegno viene usato da una moglie che desidera mostrare la sua superiorità all’altra moglie di suo marito. È un simbolo molto popolare e una donna che lo indossa non sempre è in cerca di rivalsa.
Ricapitoliamo
Ecco i concetti fondamentali di questo articolo:
- Bogolan in Bambara significa “fatto di fango”.
- Il bògòlanfini è un tessuto di cotone fatto a mano in Mali, tradizionalmente tinto con fango fermentato.
- In origine i tessuti bogolan erano indossati dalle donne, dai cacciatori, dalle persone comuni per proteggersi dalle forze maligne.
- Il Gruppo Bogolan Kasobané, l’Atelier Jamana, Nakunte Diarra e Chris Seydou hanno contribuito a rendere popolare il tessuto bogolan.
- Madame Mariko, Le Ndomo e African Textiles vendono bògòlanfini.
- Il Bògòlanfini è realizzato attraverso un processo laborioso e dispendioso in termini di tempo e manodopera che prevede l’utilizzo della terra, delle foglie e della luce solare.
- I simboli creati e i materiali naturali usati dalle donne del popolo Bambara servivano a controllare Nyama, la forza spirituale che da protezione a chi indossa i tessuti Bogolan.
Fonti & Risorse
Ecco alcune fonti che hanno ispirato questo articolo e altre risorse utili:
- Articolo: Fuera del barro – Habibou Coulibaly
- Articolo: “What a donso wear” di Lorenzo Ferrarini
- Libro: “Bogolan: Shaping Culture Through Cloth in Contemporary Mali” di Victoria L. Rovine
- Libro: “The silence of the women. Bamana mud cloths. Ediz. illustrata” di Sarah Brett-Smith
- Video: Come viene fatto il Bogolan? Documentario del progetto Bogolan di La Vie a Endé un paese Dogon in Mali.
- Video: L’artigiano Issiaka Dembélé à Ségou, Mali, spiega e dimostra nei minimi dettagli la decorazione del tessuto Bogolan.
- Articolo: Bògòlanfini, the Mythos behind Mudcloth
- Video: More than Mud – Coulibaly & Brothers, Burkina Faso
- Video: Mali: à Ségou, le centre N’domo perpétue les techniques traditionnelles de fabrication du Bogolan
Conclusioni
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Articolo pieno di informazioni interessanti! Questo come tutti gli altri,del resto…
Ne approfitto per fare una domanda tecnica: come si lava il bogolan?Utilizzato per la creazione di abiti necessita di un trattamento speciale? Grazie mille!
Grazie mille Isabella! Il bogolan va lavato a secco, per quanto riguarda i trattamenti speciali ti consiglio di rivolgerti a @madamemariko, sapranno risponderti anche in caso avessi altri dubbi o domande tecniche.
È un articolo bellissimo e dettagliatissimo. Complimenti a lei che l’ha scritta e alle mani anime che producono questo splendido tessuto.
Grazie mille!
Sono tessuti molto belli e tu sei molto brava mi piacerebbe acquistare un tuo prodotto ..come posso fare attendo tue info grazie
Ciao Angela, io purtroppo non vendo tessuti Bogolan ma Madame Mariko vende fodere per cuscini in tessuto Bogolan se ti possono interessare, trovi i prodotti nel sito Ujamaa Family. Fammi sapere a presto 🙂
Mi è piaciuto molto questo articolo. Tecniche affascinanti e il risultato é molto interessante. Bravi.
Grazie mi fa piacere Chiara.